domenica 23 dicembre 2007

J Day Now

Hell is coming, Hell is already here,
flesh is burning, in flames no place for fear.
Come on silence, rip this body apart,
dead soul under, over still beating heart.

Anoressia

E' uguale
l'Amore universale
a quello più carnale.
Tale e quale.
Ti riempie, ti distoglie dalle brame.
Ma solo se dimentichi la Fame.

Naufragi

Consumati in parte i viveri fra i flutti,
legnami gonfi, tormentati dal sale,
i resti delle vele e della brezza uguale,
gli ori pesanti, la bandiera sul pennone,
le lettere mai giunte e le palle da cannone.
Ogni relitto in cerca di destinazione.
Il tempo d'una notte e il mar li inghiotte tutti.

Eclissi

Questa notte ogni istante e' gia' ieri,
fredda e' la luna, immersa nel sangue, (freon)
l'insegna di paesaggi distanti. (neon)
Piu' sotto: sguardi vuoti, passanti,
son sbiaditi e deserti i sentieri.
E anche il buio (assente) gia' langue.

.

Il bicchiere non e' mezzo pieno o mezzo vuoto.

E' rotto.

Passione

"parlami della fisionomia del vuoto..."
tu che ci sei stato, tu, affogato a nuoto,
cartacea forma sostanziale, fiore di loto,
ebbro in questa essenza floreale, calice in moto,
custodisci silenzioso, come per un voto,
questa solitudine divisa per uno, uno al quoto.

Nda: Esercizio su incipit di G. Volpi.

Il Regno

...e poi si abiura,
si resta come rami nel cadere delle foglie,
si getta greve a terra la corona di lebbra,
- la mondana -
la tanto cara frenesia di pestilenze,
si giace dentro al fragile giardino d'astinenze,
si chiude all'ebbra essenza d'aria pura.
Nudi infine si respira,
ci si allontana.
(Ma questo finche' dura)

Filastrocca termodinamica

Se gelato t'ha il sangue, puo' spezzarti le ossa.
(Sei in ginocchio. Il vampiro si aggrappa alla schiena).
Frantumata la pietra, puo' violare la fossa.
(T'allontani dal branco, fredda arriva la iena).
A chi non resta nulla si prende facilmente,
chi prende ha piu' di prima, il niente resta nente...

Informazione

Proprio mentre, dopo le centurie dei sondaggi, le note in chiusa del radiogiornale si aprono in litania di previsioni, - Sereno -, si dice come di consueto, ed il signor Barrili, perito elettrotecnico di fama provinciale, intento ad ordinare con cura quotidiana ritagli di politica rassegna dal giornale(sua moglie Filomena entrante nella sala e sullo sfondo il mormorio continuo nella televisione), - Cara, puoi cambiare canale? -, dal pianerottolo filtra quel brusio ascendente e semiletale che precede nell'ordine delle cose:
A) silenzio tentennante in attesa d'un temporale
B) il bussare della pioggia inquieta che violenta si sistema, che non riesce ad aspettare.
Fu in quel preciso frangente che Ugo Barrili e meticolosa consorte appresero dal Brigadiere del figlio Emanuele, ritrovato nudo nel canale, proprio mentre si cercava di dare un ordine alle voci. Ai numeri e alle carte.

Invertebrati

Mentre la signorina Zibelli fruga in cerca degli arnesi di metallo da scasso nel cestello, crudi questi - e tintinnanti -, sia quando li prende, sia quando sazia temporaneamente li ripone, il dottor Calindri fissa soddisfatto questo meticoloso e lesto sfascio, l'ammasso scheletrico riverso nel piatto, riceve un fintamente imbarazzato sorrisino, quindi, con un gesto, attira, autoritario, l'attenzione d'un contingente servitore e fa versare il vino, nell'intento malcelato di rabberciare un ricorrente brindisi di rito.
- Alla salute! - esclama, sul sottofondo digrignante delle articolazioni,e mentre la ferraglia continua a disegnare di riflessi le espressioni, i volti lucidi e spaiati degli eterni commensali, demolisce chele e carapaci, le cartilagini e le colle, ancora non è chiaro chi è a farsi strada nella carne molle.

Filovia

Il signor Mancini ogni mattino s'arrende alla ronda d'un autista sconosciuto e plenipotenziario. Pare concentrato nella folla in continua spinta, mentre volta pagine, aggrappato -come tutti- ad altri aggrappati, apprendendo con scarsa sorpresa del tempo che resterà sereno e, irraggiato da inelusi pareri, scorgendo alle spalle (ma anche di fronte) una carreggiata ornata di detriti. Se nonostante il lavorìo del traffico badasse a non parlare al conducente i frammenti non intralcerebbero la marcia e, seduto nei riflessi, tutto apparirebbe congeniale.

Hurricane

Cumulo nero di sogni mi concentro,
vuoto centripeto inghiotto il mare
d'uragano che ne oltraggia il tempio,
travolto immobile cinto dal vento,
lacuna d'aria nell'occhio del tormento,
pneumatico infermo, mi chiudo dentro.
Il guscio di voce stenta a galleggiare
e resto fermo.
Al centro dello scempio.

Prima Visione

Solo lasciami andare.
Sto esalando gli sguardi,
i migliori che ho.
Li ho posati sui fiori,
sui tramonti degli altri,
sui soffiti, gli altari,
sui miei sogni migliori.
Ora brucio di bianco
nel mio letto di braci.
Non mi resta che il volo
dal mio Amore già stanco.

Specialista

E' sempre stata questa la ricetta,
leggo il nome sulla targhetta (bianca),
attendo mentre il mondo alletta (stanca),
resto nell'anticamera perfetta.

L'anima muore mentre il corpo aspetta.

In cantina

Alla polvere il corpo non muove,
cade dal'alto,
cede la luce alle cose nuove,
perde lo smalto
e resta immobile in ascolto:
la frana dell'inutile sepolto,
quella blatta che aggrappata lo rode.
Sopra: un cielo che gonfia ed esplode.

.

Cordelia: "What shall Cordelia speak? Love, and be silent".

King Lear(Act I, Scene I, 62-63).

L'alba di Cabiria

Ascolta.
Sto sepolta, come zecchino nelle sabbie,
come statua di sale
che nella notte crebbe.
Tutto se n'è andato,
là, oltre il riflesso, in questo mare,
Successo Amore Santita',
e sotto il mio sorriso congelato
-da lacrime fredde-
resto io.
Nell'oblio.

.

In questi giorni aspiro all'immacolata purezza di un'assoluta demenza.
E nel deserto delle infinite conversazioni, inconsapevolmente sereno, mi sento già là.

.

...e poi questo tempo fermo,
le spiagge invase dai granchi,
i balli di consonanti,
vivi nel mio muto inferno...

M.C.D.

Arena

E quando resti a terra, quando ti spezzi,
dell'anima ti disfi, ne conti i pezzi,
la parte che nella polvere t'aspetta,
belva e preda, buia furia cieca
dopo una vita deposta - e netta -
la parte che s'apposta e poi t'acceca,
quella che similcandida s'osserva
mentre l'altra (la padrona) si dilania
e, continuando a subirsi finché ora,
trova un'espiazione a tutta questa smania.
La parte che divora
la comparsa,lo zimbello, l'accattone.
La parte del Leone.

A cuore aperto

Poi resto (dopo secoli di prove)
zitto dietro questo sipario greve,
provo il monologo del terzo atto
nel viavai delle comparse d'accatto,
Patrizia lo chiama "AMOR"
(in inglese scrivi "LOVE"),
e m'appresto a quest'infinita replica
come maschera (di sera si recita),
sopra il raffinato palco in disuso
del mio teatro quasi sempre chiuso.

Rovescio

E questo arcobaleno?
Anni a dormire nel mio letto bagnato,
anni (bui) di rovente tempesta,
anni di secchi sotto il tetto sfondato,
che asciutta novita' sarebbe questa?
E non dirmi ch'e' tornato il sereno...
Non dirmi ch'e' passato...

.

[...] sei cieco negli occhi, nelle orecchie e nella mente. (Edipo Re, vv. 370-71)

Corollari di autobiografia aleatoria - anno 2005 giorno 142

Conscio che un taglio troppo prosastico non sarebbe gradevolmente collocabile presso i territori della contemporaneità narrativa, mi limiterò ad enunciare un reale sommariamente autobiografico sotto forma di 'elenco', consapevole di quanto tutto ciò ricalchi schemi troppo spesso abusati in prosa quanto in 'poesia', le misure dei quali raggiunsero il vertice nella produzione di Georges Perec e nel progetto delle Opere di Letteratura Potenziale.
Dopo la notte il giorno non è più lo stesso.
Risveglio naturale e tipicamente domenicale (scrissero di una fatica di sei giorni. mentirono.), bicchiere di estratto d'arancia, sigaretta in cucina. Wretched - NIN, Autumn Child - Devendra Banhart, Love Dump - Static X, volume piuttosto elevato.
Pranzo presso madre naturale, bilico fra ipotetica gratitudine filiale e astio. Il menù consta di 6 fette di salame, tagliolini al pesto fresco ( prodotto seconda generazione - catena di grande distribuzione), similmacedonia di albicocca, pesca, banana.
Bar di passaggio, caffè, annotata frase sul caldo - è cominciata l'estate -, con accento albanese. Bicicletta, parco (propositi di inoltrarmi nella lettura di Delio Tessa, accantonati), centro. Palco, sponsorizzazioni, annotata rima cantata su giro di do - cuore amore -, teenage fashion all around.
Circa una decina di sguardi apparentemente intelligenti, libreria Feltrinelli, aria condizionata, lettura degli incipit de: Oblivion - David Foster Wallace (letto tradotto, perché è stata stralciata quasi integralmente la punteggiatura se in originale l'autore non ha sentito la necessità di sfoggiare questo vezzo stilistico?), The best of McSweeney volume I - AAVV, Tutto il Giorno alle Corse dei Cavalli, Tutta la Notte alla Macchina da Scrivere Charles Bukowsky, svariate riviste di cinema e letteratura.
Cena a base di surgelati, banana, cioccolata con nocciole. Caffè presso bar Le tre gazzelle, ricerca film per la serata. Quo vadis, baby - Gabriele Salvatores ( fotografia dozzinale stile La scorta - salvabili 3 shots -, movimenti di macchina imprecisi, soggetto e plot points privi di una benché minima coerenza narrativa, citazionismo e autocelebrazione del cinema nel cinema e per il cinema, recitazione ipercinetica e teatrale degli attori, cloni maschi e femmine di Rubini, numerose cadute di gusto: donna pugile, parolacce gratuite alla Bombolo, omofilia a tutti i costi, Fritz Lang non lo toccare...).
Sonno agitato e privo di sogni.
Dopo il giorno la notte non è più la stessa.

Quel ch'è di Cesare

Perenni agnelli distesi all'altare,
siamo candido inferno, mozzo alla ruota
del tuo volgare miraggio di manna
che d'affilata speranza ci svuota,
nei ritmi chiusi del sole ci scanna.

Sino alla fine a tirare sul prezzo,
un qualche sconto per questa condanna,
un'arca vuota trainata dai buoi.
E' poi solo questo quello che vuoi?
Non ti da noia tutto questo disprezzo?

Libera

Quand'è la prima volta conti le ore,
ruggine sola in attesa, tu, gravida
esistenza dopo la pioggia esplosa.

- Dottore! -

M'hai mai sentita urlare?

Lo spingo fuori, mi vesto da sposa,
fradicia carne in tempesta distesa,
vergine molle schiusa, vita madida
di carica priva(That fat golden clock).
I am the rust, my life is the lock.

- Respiri! -

M'hai mai vista col velo?

Seguo il forcipe ch'estrae
la gracile insolenza del dolore,
questo vagito cieco e circolare,
ora e sempre vivo, a scandire il cielo.

- Libera! -

M'hai poi più vista in chiesa?

Infine tutto è come appare,
il buio muto t'attraversa,
la scarica d'un attimo eterno,
sulla carcassa sfinita, riversa.
E poi l'inferno.

Studio di funzione

Still, behind wide eyelids, just set the sun.
In questo matematico tramonto
sottraggo al conto dell'identità
di facili e periodiche flessioni,
d'iperboli, di massime, parabole,
e lisce superfici senza età,
l'esplicita incidenza delle favole,
alla luce di questo fuoco mesto,
diviso in fondo, resto fermo,
cado...(dunque sono? Meanwhile they run.)
fra raggi spenti e queste riflessioni,
gli zeri (poco astratti) di un infermo.

Roulette russa - Riflessioni sul gioco

Rinchiusi nell'identità dell'ombra,
rieccoci a frugare lungo i bordi,
confusi dai presenti fatti ad arte,
l'unanime consesso dei ricordi
ammassati, nei cofani reclusi,
negli scatti di sguardi frettolosi
e disattenti ( leggi - colpi d'occhi ).

Ora e qui, con questa mente ingombra
di silenzi, di quelli che non scordi,
porto alla luce le parole in coda
elevando castelli con le carte,
pesanti torri fatte con il Lego,
di umidi mattoni color carne,
le tessere del domino in colonna,
assi di bastoni, shangai umani,
i vuoti d'equilibri del domani
che ci reggono sull'attenti, sposi
dinnanzi alla riflessione di specchi,
io un uomo a pezzi, tu una donna,
io con questi giochi che non mi spiego
tu che ne abusi.

Finché realizzo che basta spostarne
uno. E tutto il mondo cade.

Orecchio da mercante

Dico a Te che osservi il mondo,
occhio assoluto e cieco,
eterno perno che regge la bilancia,
leva la falce e colpisci al petto,
basta un minuto,
è solo un po' di carne,
l'ho già detto più volte,
io non so più che farne.
Questo è un segno,
qui c'è chi paga il pegno
e chi l'acconcia,
chi resta appeso al cappio
e chi si sgancia,
non so dir molto,
di proroghe vive chi muto
si piega al tuo disegno,
mentr'io veggiole stolte,
io non ne ammetto.
Dico a Te che osservi di sbieco,
dì solo quanto devo,
io non ci arrivo,
e prenditi quell'oncia.
Questo non lo chiedo, lo esigo.

Zingari

Forse è la vita vera.
Il carro dipinto,
i cavalli salvatici e docili, ebbri di vento,
le belle figlie in cenci,
la mensa a bivacco furtiva sotto gli astri,
la strada bianca del mondo.
Io tornerò nella prigione potente
dove comando
e sono comandato:
io sfrenerò, di rabbia, i miei puledri ideali
sulla pista del sogno, a cuore morto,
a stanca sera:
e per l'amore
mendicherò la mendicante mia
a qualche buio di strada.
Io pago la carne con mano che sembra
chiedere anzi donare elemosina.
E la mia via
è una rete di fogne
dove altro non luce che l'occhio del sorcio.
O Zingari, scoiatemi vivo,
allo spiedo arrostitemi
fra due tronchi di selva!
Sono un poverissimo figlio di civili
che adora la barbarie.

Paolo Buzzi

Carovita - Balzello per gente schiva

Nel frenetico frugare a testa bassa,
con quell'aria riverente di chi arriva
lento e leggero in cassa:
- Ma i soldi poi li ho presi?
...e se non li ho, dove li ho già spesi? -

Monco

Le velleità cerebrali ammansite
e quotidianamente diluite
son come il passatempo d'amputato
che recidivo d'ago s'accanisce
a pungolare il vuoto della carne
proprio dove l'arto non c'è mai stato,
ma poi nell'aria il dolore finisce,
poi dell'acume non sa più che farne.

Estuario

Disseto a questa foce secca
il mio rigagnolo amaro di voce,
il brontolio sepolto sotto il sale
di questa forma lasca,
la dolce agonia del mare fermo a riva.

Quando nei ripetuti sorsi,
frantumati d'aria salmastra,
abbandono ai sedimenti
di ripresa dell'onda
nella rena, mi vince il male
della sete, quel salto verticale,
l'onfalo fluido di vita sorgiva
che a valle non arriva,
ma si annoda alla gola
recisa, muta lecca le labbra,
asciutta lingua dai mille discorsi.

Non resta che sabbia, traccia sinistra
della prassi pluviale,
dei sogni di burrasca,
del destino di sponda.

Gabriele

E' un angelo che nega,
coacervo d'essenza miscredente,
questo custode assente che ripiega
le mie ali sciolte. Così mi vuole,
provvidente sibilla che non spiega
questa croce d'amore spento,
la nube squassata dal vento
che, portata la mia pioggia al cielo,
s'accumula nel volo di parole
di tempesta, spegne il sole nel velo
del plagio, del muto presagio,
nella caduta buia della sera.
Sedato l'incendio raffredda la cera.

Canone equo

Queste vite dell'eterno cantiere,
quelle sfinite d'inutili pose,
le attese erose dalle crepe,
le dimore esplose,
restano esposte al buio della siepe
che filtra senza sosta dalle falle,
le notti di fatiche, di sudore,
bianche come spose
vi giacciono erette,
artificialmente illuminate.

Ascolto gli echi delle stanze alle
barriere delle porte strette,
e, gettato cemento al cuore,
spezzo queste luci marce, forzate,
come vento alla finestra nascosta,
ma rotta dal sasso,
io non chiudo, passo.

Meteor Crater

...ché se il riso tiene banco, la tragedia trova sempre le risorse. E' sempre sua l'ultima mano.


E' muto travaglio di stelle
questo guardare mio di notte,
l'inutile esercizio delle scale,
l'abbandonarsi alle cadenze,
l'attesa delle cose rotte.

Resta il culto del frammento a terra,
- e su del cielo uguale -
in queste veglie passeggere.
Lo so, ti offro sempre quelle,
le liturgie di desinenze,
mentre resti a guardare
le mie solide lave, scure
sul bordo del cratere.

Queste sono le mie freddure.
Sei mai stata pronta a gelare?

L'eterna caccia di un paradigma infausto. - ( E' tutto qui il gusto di mela?)

Molto a posteriori avrebbero dato a tutti quelli che, come me, dovevano proteggere un segreto dallo sprone della tortura, una dose letale da tenere fra i denti. Io stringevo la mia.

Qualche volta, mietuto tutto il grano, davano fuoco ai campi. Quando sentivo il profumo d'incendio mi piaceva strappare un ciuffo d'erba medica e correre sul fieno condannato alla cenere con Lucy, la bambola di stoffa che mia madre confezionò utilizzando i vestiti lasciati dalla nonna, senza capelli e con due monete cucite al posto degli occhi. Alla sua morte ci rimase la cassapanca, i suoi pochi indumenti per la stagione calda e per quella della neve, il libro sul quale mi insegnò a leggere. Nacqui quando ormai il lavoro pesante e quello all'aria aperta le erano preclusi per via dell'età e i miei genitori lavoravano alla stalla o si prendevano cura del raccolto senza il suo aiuto. Io amavo restare davanti al camino ad ascoltare le sue versioni mentre cuciva coperte di scampoli. Versioni di prati, di daini liberi ad aspettare l'inverno.
Arrivò col nonno nel villaggio trent'anni prima che io venissi al mondo. Le tagliarono i capelli in una cella di sassi dopo aver abusato quanto potevano abusare. Non si volle piegare alle intenzioni di un Signore e scappò al villaggio; questo lo venni a sapere diversi anni più tardi dalla bocca di mia madre, quando ormai ero cresciuta.
Imparai che l'amore filiale trascende le generazioni e le presunte verità. Spesso al fuoco seguiva la pioggia.

Seme e reflusso acido da ranitidina.

Un giorno arrivarono gli uomini. Vennero per me. Mi tagliarono i capelli e mi buttarono in un prato. Sentii per la prima volta la fragranza del muschio aggrappato alla pietra, il cui unico cibo fosse fioco bagliore di tizzoni e di ferri nello spazio della cella. Ascoltai le parole di un prete e rimasi senza parlare, serrando le labbra attorno alla lingua nutrita dai blandi ricordi di sole. Pensai alla nonna, alle monete posate sugli occhi di bambola. Ne avevo viste diverse ardere vive per orgoglio, con l'unica colpa di non essere deboli, accondiscendenti. In genere sul rogo la gente grida, si dimena, espelle il demone che rovista nel corpo in rovina; è normale, fa parte del gioco. Poi le basse volute del fumo e le braci vengono lavate dall'acqua.

Nicotina, retrogusto terroso di aspirina.

Oggi pareva toccare a me. Mi sarebbe piaciuto avere una figlia, una nipote alla quale accarezzare i capelli. Oggi pareva incendiassero il grano. Mi sentii nuovamente libera di correre divampando al profumo. Addentando la mia dose di muschio mantenni il segreto.

Punta metallica di ansiolitici sulla lingua.
Presero mia figlia 5 anni fa, a forza, la portarono all'Istituto. Io, sua madre,a detta del mondo non ero in grado di badare a lei. Il compenso per questa mia 'incapacità' fu di qualche centinaio di euro, compenso che puntualmente l'assistente sociale mi portava. Capitò che lasciasse una busta sotto la porta. In realtà tutto faceva parte del giogo. Decisi che in fondo assecondare la mia debolezza non mi avrebbe reso più colpevole di quanto già non fossi. Abusarono un'infinità di volte, certe cose non sono fatte per essere contate.
L'ultimo uomo era uscito ore fa. Chiusi dall'interno la porta blindata, inghiottii una manciata di pillole e mi misi a letto. Nel comodino i soliti soldi, lasciati quasi per caso, arroventavano al buio. Presi due monete e le misi sugli occhi, stesa fra le lenzuola di lino e ricordando che il demone si infila sempre attraverso orifizi.
Fu per questo che, nonostante la condanna, tenni la bocca rigorosamente chiusa, deglutendo a forza sapore di Tavor e godendo del gusto letale dell'erba.

P.s. La morale di questa mia storia la lascio a mia figlia, a sua figlia, a chi nonostante l'ineluttabile rincorsa di pianti e di fiamme sentisse ancora crescere in bocca il mortale germoglio.

Stele

Scrivi:
- Liquida ti esce dalla bocca
la lenta lessicale processione
che segue il ritmo blando del cammino
in questo nero prolasso di seppia,
la luttuosa gittata di difesa
dei rosari di spine, di passione
per la caduta, unico destino
del tuo cuore, rinchiuso nella rocca,
nel ruminar dei versi dalla greppia.

Una cometa, vita appena spesa. -

L'unica Verità

Schiusa rara nel cielo rosso sangue,
gelida stella reclusa, del cuore
dietro sbarre di notte battito esangue,
- piccola rondine chiusa - spartito
d'aria pura nel mio nido di pioggia,
abbandona alle fiamme il mio inverno,
distendi il volo tuo di fuoco e scalda,
freddo magma, coronaria occlusa,
la mia carcassa fredda che non sverna.

Sorgi Amore di sempiterna gloria.
Di questa il resto semplice arenaria.
Del resto questa tutta un'altra storia.


In omaggio all'Altra Verità di Alda.

Aiace - Autoritratto

Ho coperto di nulla la Sposa,
o mio freddo e nero Padrone.
La lingua di lingua m'annoda,
intreccia il nido, depone le uova,
consuma il fiato e la cera
del capo riflesso nei cocci,
nei rari frammenti di specchi.
Promette le armi e s'invola,
dal suo schiavo in fuga nei campi,
dal mio cuore straziato dai lampi.

.

Veggio il mondo fallir, veggiolo stolto,
e veggio la virtute in abandono,
e che le Muse a vil tenute sono,
tal che l'ingegno mio quasi è sepolto.
Veggio in odio ed invidia tutto involto
il pensier degli amici, e in falso tuono;
veggio tradito il malvagio dal buono,
e tutto a' nostri danni il ciel rivolto.
Nessun al ben comun tien fermo il segno,
anzi al suo proprio ognun discorre seco,
mentre ha di vari affetti il petto pregno.
Io veggio e nel veder tengo odio meco,
tal che vorrei vedermi per disdegno
o me senz'occhi o tutto 'l mondo cieco.


Laura Terracina

Intermezzo pavesiano

Passeggiata


C'è un vecchio che rovista in un cestino,
è notte, sembra la luce tradire i segnali,
è dura ritrovare le gioie del mattino,
- e le strade. -
Un cane fiuta escrementi, continua a cercare,
non la carezza, ma muto lo guida la fame,
quando è buio il viale è ovatta intinta di pece.

Quel vecchio rovista e cerca qualcosa di buono,
umida l'aria di quelle contrade si specchia
nel vecchio, nei suoi riflessi di me, siamo uguali.
Nella notte s'ode le grida lontane, il cane
scappa e prende nel vuoto a latrare, presto cala
il silenzio di prima e quello specchio si spezza..

La notte fra i rifiuti, torna ferma la pace
e io continuo muto a camminare.
Un ragazzotto che sembra guardare,
nero l'orizzonte, gode tiepido la brezza.

Fallout

Colto il frutto proibito del sistema,
questo rosso bagliore nucleare,
stanno a terra gli sterili ingranaggi,
i grappoli di derma, vuote anse
intestine, gomitoli di sperma,
le reliquie d'uniformi lignaggi
nell'alveare degli insetti esplosi,

- le ostensioni dell'essenza del miele -

sulle quali ti posi con gli sguardi
di chi ostinato la certezza infranse,
alla ricerca dello spirito evoluto.
Guardi
e lo trovi nel vuoto.
Qui sotto, stretto nel ghiaccio assoluto
che continua a gelare.

Allibratrice

Scommetti contro la mia cassa in fiamme,
distendi sopra il letto di Procuste,
battendo con le tue misure anguste,
col velo nero abbassato in viso,
quel che resta di me sul patibolo,
e dimmi cosa vinci.

Ti lascio in pegno gravidanze a camme,
l'ironia delle manciate di riso,
la mia ginnastica da postribolo,
tenue bisbiglio, frastuono di vermi,
soffi sul fango dei sogni, inermi.

Magari mi convinci.

Ai trenta milioni di orgogliose concubine di Walt

"Agli uomini piace pensare che quello che le donne preferiscono è sedurli ed eccitarli. [...] OK, è vero, è gradevole stordirli a suon di décolleté e rossetti. Può anche esser bello travestirsi da Topolino per distrarre i bambini, ma si possono desiderare altre cose. Per esempio, non lavorare alla Disney".
Virginie Despentes

UMANITÀ

Umanità schierata dinnanzi a bocche di fuoco,
rullìo di tamburi, fronti di oscuri guerrieri,
passi nella nebbia di sangue; nero ferro tintinna;
disperazione, notte in tristi cervelli:
qui l'ombra di Eva, caccia e rosso denaro.
Nuvole che una luce attraversa, la Cena.
Dimora in pane e vino un soave silenzio.
E quelli sono raccolti in numero dodici.
Di notte gridano nel sonno sotto i rami di olivo;
San Tommaso immerge la mano nelle piaghe.

Georg Trakl (1887-1914)

.

«Qualcuno dice che il male trionfa perchè nessuno fa qualche cosa. La verità è che il male trionfa comunque.» - Yuri Orlov

Ad Antonia. Un'esile scia di silenzio.

Novembre

E poi - se accadrà che io me ne vada -
resterà qualchecosa
di me
nel mio mondo -
resterà un'esile scia di silenzio
in mezzo alle voci -
un tenue fiato bianco
in cuore all'azzurro -

Ed una sera di novembre
una bambina gracile
all'angolo di una strada
venderà tanti crisantemi
e ci saranno le stelle
gelide verdi remote -
Qualcuno piangerà
chissà dove - chissà dove -
Qualcuno cercherà i crisantemi
per me
nel mondo
quando accadrà che senza ritorno
io me ne debba andare.

Antonia Pozzi(Milano 1912-1938)

Take Away

- Divagazione da chiusa di David Maria Turoldo.
Dettata dall'inestinta Fame. -


Consumato l'ennesimo pasto di niente,
resta l'inutile addizione
per la vita d'asporto,
resto io.
L'Amore come Dio:
più che morto,
assente.

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"Soltanto ciò che non insegna, ciò che non chiede a gran voce, ciò che non convince, ciò che non accondiscende, ciò che non spiega è irresistibile".
William Butler Yeats(1865-1939)

.

La differenza fra un Genio e un ciarlatano è che il Genio non si capisce. Ho imparato ad approfondire le idee di chi mi fa intuire più di quelle di chi si sforza nel farmele comprendere.

Dopo la visione di un film salmastro e pressapochista - I giorni dell'abbandono -

Da una vita ascolto. Assisto. Leggo. Scrivo. E ancora c'e' chi sostiene che non sia in grado d'immedesimarmi. La domanda in fondo e' una: esistera' ancora qualcuno intenzionato a scendere in questa buca oscura o continueranno a cadere solo frammenti roventi di cometa, infranti nell'impatto con quest'atmosfera estranea?

.

"Io lascio un bianco e torbido solco, acque pallide, volti più pallidi, dovunque io navighi. Flutti gelosi si gonfiano lungo le fiancate per sommergere la mia traccia. Facciano pure, ma prima io passo." (Herman Melville).

La cultura è un'efficace forma di disprezzo.

- Hai mai visto la monnezza che porta il mare nella rena? - Uccellacci e uccellini.

Compendio all'intuizione di Ulam

Stanislaw Ulam (1909-1984), matematico e fisico teorico polacco, risolse il problema dell'innesco della fusione nucleare nell'idrogeno, e oltre all'ideazione di un metodo largamente utilizzato nella soluzione di una vasta gamma di problemi(Monte Carlo), lasciò alla Teoria dei Numeri( ed in particolare allo studio della disposizione dei Primi nei Naturali) quello che si ricorda come 'Piano di Ulam'.






Egli notò che i Numeri Primi tendono a disporsi lungo 'patterns' diagonali.
Partendo da qui ho deciso di provare a generalizzare l'approccio di Ulam nello studio della disposizione 'geometrica' dei Primi, non unicamente attraverso la sua tassellazione piana quadrata, ma secondo tutte le tassellazioni piane regolari (3, ovvero:triangolare equilatera,quadrata ed esagonale), demiregolari e semiregolari, estendendo poi il campo ad R3(tassellazione regolare cubica e relative demi/semi regolari) e ad eventuali tassellazioni semi/demiregolari(quelle regolari non esistono) per R>3.
Risparmiando i risultati della tassellazione piana quadrata in R2(quella di Ulam, sulla quale sono già stati fatti parecchie considerazioni) riporto i risultati di alcune disposizioni delle altre 2.









Vengono evidenziati alcuni comportamenti interessanti.
Ad esempio che tutti i Primi superiori a 3 ( ma non solo loro...)sono della forma 6N+1 o 6N-1.


Chi fosse interessato all'argomento non esiti a contattarmi.

A tenuta stagna

Pffffft.Ssshhht. Trenta cicli al minuto. Il cilindro d’acciaio pompava vita attraverso il meccanico alternarsi di pressioni e depressioni. Da bambino volevo fare l’apneista. Finii a progettare filtri per ciminiere. Catalizzatori e serpentine per filtrare miasmi e sospensioni velenose.
“Ti trovo bene, oggi.” Maria sorrideva e ripeteva. Trenta cicli al mese. Parole, carezze e sguardi distratti scivolavano sulla parete ermetica del polmone d’acciaio e cadevano a terra.
Dovevo resistere con quello che avevo, con l’aria che mi rimaneva.
Trattenendo il respiro scendevo.
30 metri.
Amavo Maria dai tempi della scuola. I suoi lunghi capelli biondi mi ricordavano il sole; un lusso che non potevo più permettermi e che mi trascinava verso la superficie. Ci sposammo dieci anni orsono con una cerimonia asciutta ed essenziale.
60 metri.
S.L.A. Sclerosi Laterale Amiotrofica. Cominciò con i crampi e presto prese a ridurmi l’aria. Imparai a resistere con poco, sempre meno. Imparai a sopravvivere con le frasi di Maria che, gradualmente, si raffreddava e diluiva i suoi raggi sulla mia pelle sottile.
90 metri.
Amici diversi ogni giorno a salutarmi, crescenti profondità mi separavano dagli occhi e dalle mani in pellegrinaggio, nel bianco batiscafo e tenuta pneumatica. Qualche oggetto, ripescato dal passato, veniva appoggiato sul comodino per accelerare la discesa verso il fondo.
120 metri.
Non sentivo più il bisogno.
Il nero là in basso ormai inghiottiva il tenue lampeggiare del relitto e della sua carica d’aria.
Velenosa.

Colla di Collodi

La signora Botero scavava la sua miniera personale con un cucchiaio da cucina, in cerca di tesori canditi. Gran Delizia Gelata serie Oro. Erano passati quattro anni da quando il marito burattino, guardando il lungo naso allo specchio una mattina e ritrovandosi bambino, aveva detto: “Io devo andare cara. La vita di legno in questa casa non mi appaga”. Intendi – Fuggo infin dalla balena. E dalla sua pancia. - Fu così che la corpulenta signora si ritrovò rinchiusa nella torre di ringhiera. E pensare che un tempo principessa era, se solo non si fosse sopita sul pisello quella sera! Da allora solo cose buone, scartate dal frigo con rigore militare: punirsi per amor ed ingrassare. Ma ecco che dal tubo vede il mondo, sdraiata sopra il telo damascato: “CENERE’. E LO SPORCO PIU’ NON C’E’!”. L’allegra modellina a quattro zampe strofina lo straccetto sulle macchie, d’incanto il suolo piastrellato si volge in piano lucidato. La lacrima scende sulla guancia in movimento della triste prigioniera e la pala cromata porta alla bocca nuovi gioielli. La matrigna con le antenne la teneva schiava in quella posa sul divano con le sue sorelle.
Un giorno, tornando a casa col carrello ricolmo di delizie della cava, trovò nella casella un cartoncino, che riportava alla memoria sogni d’alta moda: “Siete tutti invitati alla prima lezione di Salsa. Scuola di Ballo Diavolo Azzurro.”
Fatina dell’armadio fammi forza, un’abito per piacer all’aggraziato cavaliere, non questo con le farfalle nere.
Vestitino a fiori, scarpette rosa e tanta lacca. Pronta. La zucca gialla strombazzava sul portone ed il cocchiere si girò senza parlare. “Via Lustrini 24, per favore e faccia presto, il ballo si tiene tra mezz’ora.”
Pagata la zucca ed entrata nella sala, la floreale ballerina si mise in riga con le dame, seguendo i passi dell’azzurro Manolito, Maestro di vita snodata. Un-due treee, un-due treee. Sudati molleggiano i corpi spaiati ed i fasci di raggi primari ne disegnano posture bislacche. Carni di seta che tornano a casa,lasciando pista e castello al Celeste e signora.
In ginocchio a pregare per un lieto finale. Occhi chiusi. Sotto al naso una patta. Aperta.
Stasera mi mangio tutto il mondo di ciccia e sudore, ingoiando bacchetta e fatina.
La zucca gialla ritorna, pronta a scarrozzar principesse del niente. Gran ballo, fatica da poco. Fatica di una sera.

40 anni

Guardavi assorto le lacrime sul vetro
(io trasparente me ne restavo dietro)
e gonfiavi di sabbia i miei torrenti,
lo scrigno sul fondo,le mie dune calme.
Ho amato queste mute oasi di pace
innanzi al rovo che brucia e tace,
le Verità di quest'attesa aperta,
dei ricorrenti tormenti del sole
in questa piana malvagia e deserta,
le Tue offerte di traversate sole,
nelle aperte distese fra le palme
che son solo tentazioni lontane,
un transiente miraggio di fontane.

Il brodo primordiale - Ciambelle e buchi

Le mani, tagliate a dare nel freddo, non trovano posto in tasca; penzolano di attesa e cammino. Un clackson richiama e mi spinge fuori dalla zona di sosta. Non vedo le righe, ma d’istinto lascio il passo all’auto che lentamente si avvia e, solcando il tappeto di neve, mi accompagna parallela per un poco, perdendosi più in là dietro un angolo.

Spostavo casse di merce giù al porto e dominavo la fatica masticando tabacco. Onesto mi frenavo e scambiavo poche parole con i colleghi, intenti ad organizzare traffici e invisibili sottrazioni, nel labirinto di pallets e muletti. Il vapore del legno esposto al gelo li copriva d’inverno e tutta la banchina sembrava una sauna, ingombra di ostacoli e nascondigli. Uomini abituati a navigare e a restare a galla i miei colleghi, uomini che restano. Io mi sfinivo di silenzio e fatica, temprando il corpo e aspettando.

Ora cammino in pausa alla volta del cibo. Le insegne, indecifrabili dall’attracco, sfoggiano, per chi passa vicino, colori sgargianti e luci.

Tavola calda.
Entrai e venni investito dell’odore riscaldato dei cibi in attesa. Come me. Scelsi un tavolo lungo il passaggio di fronte al bancone, poco oltre l’ingresso. I pochi avventori sorbivano bevande e panini in fretta, parlando. Alla mia destra, in un angolo, una anziana signora coperta di feltri e lane pesanti sorbiva cucchiai in silenzio. Il vapore le carezzava il volto segnato dai giorni di freddo e dilatava i pori a sentire. Tranquilla continuava a raccogliere e non si guardava intorno, passiva al vociare e alla porta cigolante che la separava dall’inverno.
“Cosa desidera?”
La cameriera mi guardava dritta e aveva già portato la matita alla lista.
“Quello che sta mangiando la signora là nell’angolo.”
“Un brodo di carne?”
Feci un cenno affermativo e continuai a guardare il movimento regolare del cucchiaio. La tazza bollente arrivò sul tavolo in una frazione e fui investito dal caldo che già mi tempestava di riccioli e fili.
Un calcio infranse la porta.
“Fermi tutti!”
“I soldi sul tavolo!”
Le pistole spazzavano l’aria, guidando muscoli e tatuaggi. Una mi passò a fianco e decisi che era giunto il momento. La afferrai e provai con le torsioni; in genere la carne si piega specie se incrudita dal gelo.

Un colpo spezza silenzio e muta preghiera. La lana sulla fronte dell’amica del brodo si tinge di rosso e il capo ricade all’indietro, nel nero. La grandinata di piombo a venire mi leva in un lampo dall’inferno che ormai mi prende coi suoi giochi di vapore.

Danse Russe - William Carlos Williams

If when my wife is sleeping
and the baby and Kathleen
are sleeping
and the sun is a flame-white disc
in silken mists
above shining trees,-
if I in my north room
dance naked, grotesquely
before my mirror
waving my shirt round my head
and singing softly to myself:
"I am lonely, lonely,
I was born to be lonely,
I am best so!"
If I admire my arms, my face,
my shoulders, flanks, buttocks
against the yellow drawn shades,-

Who shall say I am not
the happy genius of my household?

Passati sogni di una prosa migliore.

- Non è colpa tua. -
I suoi capelli fulvi sfumavano nel vento come fiamma ardente. Il tepore di placenta, insinuandosi in ogni anfratto di quello che percepivo di me, sembrava diffondere dalle anse della sua chioma, attraverso quel fluido più trasparente dell'aria che blandamente ci avvolgeva. Ciò che ero abituato a vedere come una piccola macchia al centro delle sue iridi azzurre era posseduto da sfumati paesaggi, vita calma nei campi, scene di caccia, sacrifici a base di sangue e di nettare, guerrieri in armatura inginocchiati a pregare in aperti campi di orchidee.
- Le 26:30, erano le 26:30. -
Dovevo avere un'aria smarrita, visto che senza aggiungere altro si inginocchiò e mi accarezzò la fronte. Alle sue spalle padre Clemente mi sorrideva e, accortosi del mio disagio a causa del bianco che incendiava il cielo, con un guizzo improvviso nello sguardo sembrò aprirsi ad ombrello e ci sovrastò col suo mantello candido di neve.L'oceano negli occhi di Chiara sembrava agitato dalle piogge di mille universi, un ribollente crogiolo dei pianti di tutte le madri, l'anima liquida dell'estasi, infinita gioia per questa eterna gravidanza. Provai un senso di enorme pienezza e comunione, la sintesi dei baci della vita intera, mentre il prato sotto le mie ginocchia sembrò frantumarsi come il fondo della bottiglia quando si abbatte agli scogli nel fragore delle onde.
- Sono le 2:30. -
La mano del simulacro di Chiara era appoggiata alla mia spalla destra. Mi svegliavo sempre sul fianco sinistro, nella naturale propensione a proteggere il cuore dagli agguati del risveglio. Sentii il lenzuolo di lino, mio diurno sudario stropicciato dalla luce che si infiltrava dalle persiane, trascinato con movimento regolare verso il centro del letto, il gorgoglio lontano della moka, passi sul pavimento ricoperto del parquet screpolato da anni di trascinamenti. Accennai un sorriso in direzione di Chiara che spettinata era già sulla via del bagno.
- Questa volta hai dormito 24 ore. Credo non sia normale. - sentenziò sciacquandosi il viso.
Bevvi il mio caffè e tornai a letto, travolto da un'infinita stanchezza.

Ipotesi di respiro epistolare:

Gentile Signora Cavalli,

e dietro i fronzoli
di una copertina corta
nasconde cio' che spezza le onde.
Nell'occhio ebete del fermo pesce d'acquario
accecato dai riflessi di sassi,
sospeso inerte dall'aria chiusa nelle bolle....

Incipit de: - Esercizio oggettivamente Pulp n°3 - ovvero - Duetto per strumento a fiato solo (Incompiuto) -

- Noi non conosciamo i cliché. Solo per gente Originale -.

Ghette di cuoio e pantaloni idrorepellenti con riga prestirata, giacca tre quarti in velluto amaranto e una calza a rete a maglie larghe e nere in testa. Sul sedile posteriore bambola in lattice dentro un impeccabile tailleur, la gente amava chiamarla 'la Signora'. Lei amava quel mio modo di vestire alla guida della Peugeot cabriolet, mi faceva - così post-dandy... -, come ripeteva ammiccando dallo specchietto.

- Fragranti come quelli del forno della nonna -.

Il gasolio e l'Anisette cominciavano a scarseggiare e la Signora disse di fermarci alla prima stazione di rifornimento. Disse di prendere anche dei biscotti. Alla radio Welt degli ohGr, amici fricchettoni e amanti del bon-ton.

- Nubifragio colpisce l'Ile de la Reunion. Non si conosce ancora il numero delle vittime -.

Il resto lo presi dalla tasca della salopette dell'inserviente dopo aver buttato una scatola di frollini sul cruscotto. Al posto di un 'Prego' emise un suono soffiato simile a 'hhhhhaffftgl', sfiottando a terra un liquido porpora dal collo. Riposi il rasoio a mano col quale ero solito aiutare la Signora nel rito settimanale della rimozione della peluria dalle gambe e sotto le ascelle e misi in moto.

- La potenza di una sportiva unita alla classe di un'ammiraglia -.

La mitraglietta era sotto il sedile. Speravo solo che questa volta i poliziotti fossero in due. Con un'arma automatica e tenendo in considerazione che tutti ( tutti ) rimanevano adescati dalla folgorante bellezza della Signora sul divano posteriore, abbattere un uomo solo e continuare il tragitto senza neanche spegnere il motore cominciava ad annoiarci entrambi.

-...

Round Trip

I'm puking. - May I have a doggy bag? -
Life's a plane crash, cold burnt body in a sack,
a falling soul trapped in exploding flesh.
I'm returning home... - Captain, I feel bad... -
(the original version of my jet lag.)
Ruining angel entangled in mesh,
here we are. Welcome back.

Secondo movimento ( in levare ) - Lume tutelare ( aforisma rigorosamente artificiale ) - Adagio.

Non resta che esercizio in ogni Fede. Lo sforzo estremo. Poi ci si siede...

.

"/.../

Notizie: mentre in casa ogni oggetto
ritrova il suo cassetto il suo scaffale
io divento a me stessa marginale.

/../"

(La giornata atlantica in Patrizia Cavalli, L'io singolare proprio mio, Einaudi 1992, pag. 150.)

Ouverture - Primo movimento ( in battere ).

Sovrasta un cielo cinereo e in esso galleggiano nubi di cemento. Con pioggia affilata si abbattono questi sparsi petali senza stelo, son costretti alla terra.
Lontano il dolce sapore del peccato, della promessa di liberta', il frutto di quella greve allitterazione. Resta l'accordo stonato, il rumore di fondo spezzato dai tuoni.

Eva

Da un annuncio di -Toykid Female Lifeplans-:

Diciottenne ecuadoregna cede dozzina di ovuli in confezioni da tre a quarantacinquenne italiana precedentemente impegnata in traversate sottocosta a mezzo barca a vela e in celebrazioni precena con appetizers. Si richiede comprovato istinto materno possibilmente affinato con cucciolo di labrador o di golden retriever. E' possibile acquistare a parte passeggino e marsupio in goretex opzionali. Vari colori.

.

Meditazioni da -Weird Monologues- ovvero -l'intima forza dell'insistente V.O.:

-Human Nature- by Charlie Kaufman

PUFF (V.O.)
My father saw what the human race had come to while he was ... in captivity. He felt something had to be done to create a better world.
...
PUFF (V.O.)
He stole little me from my mother, his ex-wife, and raised me, with love and tenderness and respect, as an ape like himself.

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Meditazione su: Misantropia, Speranza, Nichilismo.
Il monologo di Louis Mackey in - Waking Life - Richard Linklater.

Louis: There are two kinds of sufferers in this world: those who suffer from a lack of life, and those who suffer from an over-abundance of life. I have always found myself in the second category. When you come to think of it, almost all human behavior and activity is not, essentially, any different from animal behavior. The most advanced technologies and craftsmanship bring us, at best, up to the super-chimpanzee level. Actually, the gap between, say, Plato or Nietzsche, and the average human is greater than the gap between that chimpanzee and the average human. The realm of the real spirit, the true artist, the saint, the philosopher, is rarely achieved. Why so few? Why is world history and evolution not stories of progress, rather this endless and futile addition of zeros? No greater values have developed. Hell, the Greeks 3,000 years ago were just as advanced as we are. So what are these barriers that keep people from reaching anywhere near their real potential. The answer to that can be found in another question, and that's this: which is the most universal human characteristic: fear or laziness?

e

La differenza fra l'essere umano e è e.

Break a Leg - Colin Morton

Like a broken leg
roughly set
bound to a branch
then walked on
as far as water
rested
then walked on again
over the Superior north shore
this car
dying on every
two mile hill
backfires shocking
bikers off the road.

Ready heave.
Hand on the wheel
getting up speed
jump in
swing the door shut
throw it in gear
we're off again.

Finally it's finished
wants to just sit
pistons steaming
points black
on the shoulder of the road
near a town that boasts it's
the coldest place on earth.

Nothing to do but thumb
to the Sault for parts.
It must have been simpler once
when your horse broke a leg
you shot it.

.

Dopo - The Doors - Oliver Stone : L'esistenza e' come un cerchio: dentro cio' che sei e quello che hai, fuori cio' che non sei e che ti manca. Tutto coincide con la noia per quello che e' dentro e con la frustrazione per cio' che e' fuori. L'unico svago il dolore per qualcosa che esce o la soddisfazione momentanea per qualcosa che entra. Non c'e' altro. O mi sfugge.

.

A volte capita di imbattersi in un buon film. 'La vita non e' ne' bella, ne' brutta, ne' giusta, ne' sbagliata...' - Non desiderare la donna d'altri - di Susanne Bier

La Bestia

Speravo nell'atmosfera di piombo
di queste capovolte tonnellate,
negli spiragli di fumo all'orizzonte,
la pioggia di fioche luci lampeggianti
(tutte appese)
dalle annerite volte costellate,
nell'eterna pressione dei bar.
Anche per oggi niente sorprese:
Io ardo nel fiume, le fiamme alla fonte.
- ...and on His naked chest He shows the scar -

E così sia.
Le schiaccio io queste comparse pulsanti,
vittime(?) innocenti(?) del mio vulcano di bolo.
Io non t'aspetto. Comincio da solo.

Kyrie eleison

Noi, dediti ai soliti riti, triti e ritriti,
i tuoi - Caro, è pronta la cena! -,
i miei - Questo dolore alla schiena... -,
poi sfiniti, seduti sui divani in pelle
a celebrare tale e quale l'essenza dozzinale
- Riposati un po'. Ti fa tanto male? -
e recitando, mia salma responsoriale,
- Amore, per favore, cambiamo canale? -
precipitare sopiti al cader delle stelle.

.

Oggi mi son chiesto per l'ennesima volta se l'essere sistematicamente solo e isolato, il ritrovarsi fatalmente contro tutto e tutti, dipendano dalla mancanza di volontà nel patteggiare e concordare la fondamentalità di banali e dogmatiche cazzate, con individui che sento del tutto estranei. Presto è sopraggiunto il simpatico trillino delle battute sul naso, sull'alito, sulla minuscola consistenza probabilistica dei parti siamesi. Altrettanto in fretta la nausea per le solite carabattole sarcastiche e surreali, per i giochetti zen dell'inesistente terza via, gli scontati e prevedibilissimi stacchetti. Poi ho pensato a Dio e mi è comparso un sorrisetto strano...

.

...ed un caval barbero solo correrà più che cento frisoni. - Il Saggiatore - Galileo

Perseus' wife

Sarai solo questo, cara 'rezdora',
quell'anguicrinito asso fiacco
che cala in tavola quand'è ora,
la mia testa morta in un sacco...

Diogene

Forse, in fondo, l'unico ad aver ragione fu il trapezista di Rorschash...

.

Ipotesi dalla visione di - Soap - e di - Quando si ama -: Un prete di campagna si reca dal suo vescovo in preda ad una grande agitazione e, dopo mezzora di anticamera, finalmente viene ricevuto dal prelato. - Eminenza, perdoni la mia insistenza nel volerla incontrare di persona, ma sono vittima di dubbi atroci inerenti la natura della Fede, l'essenza del mio Credo, non so veramente cosa fare...- Il monsignore, dopo averlo fissato a lungo, risponde con voce profonda: - Fingi...-

A

Dalla visione di - Me stesso - : " L'amore in fondo non è che un sentimento cannibale. "

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Dalla visione di - Edward mani di forbice - di Tim Burton : "Non parliamo di cose belle, parliamo di cose giuste o sbagliate."

A

Dalla visione di - Il ladro di orchidee - di Charlie Kaufman: " Tu sei ciò che ami, non ciò che ama te. "

Ice

Quella sera camminò per l'aria cruda d'autunno, ghiaccio nel ghiaccio, sospensione, un gioco di continue quanto ininfluenti trasparenze. Nel buio più assoluto, preso un corpo qualsiasi, preso un pensiero qualsiasi, è ipotesi accreditata che questo non proietti ombre. Solo nella più completa disperazione sentì la libertà dal peso di colpe e virtù, nell'impalpabile placenta, unico sipario semitrasparente all'incombente dolore invernale, si schiuse senza grida alla sua seconda infanzia. Apprese la meraviglia per il vuoto e con un respiro a pieni polmoni cominciò a cibarsene. Gustò il senso della privazione, quella che impregnò di gioia notturna queste poche righe incompiute.

Montagne e autunni

Sterili essenziali i solchi tuoi di colle
e stretti gli occhi a valle, sotto i cigli
dei dirupi interiori, senza appigli,
freddi, fra i cupi soffi nelle gole,

dove subisco gli umori, gli strappi,
la vita che trasuda dalla breccia,
dalle fessure che scostano i drappi
della corteccia sopra la corteccia,

che poi non è che fragore di rami
allo spogliare lento di pendici,
se della piaga volano gli sciami.

Ipossia - ovvero - "Se fai così allontani la gente..."

...Egli, quando ancora era bambino, vide i quattro gattini muovere goffamente dei
passi sullo straccio dipinto di sangue. Egli seguì uno zio che ne prese tre, li
mise ciechi in un sacco di plastica assieme ad un sasso e li buttò nel torrente.
Egli vide le bolle d'aria salire nell'acqua e liberarsi dallo specchio oscuro
della superficie. Egli vide i suoi Amori dileguarsi sul fondo, smembrati dal nero
della corrente. Egli ascoltò e lesse frasi sublimi, ottuse parole di circostanza,
tremò sulle onde del sentimento, visse più volte il naufragio sulle spiagge
dell'apparenza. Egli capì che nel tempo aveva più volte respirato quell'aria
rubata, ma in quell'istante sentì il fiato mancargli lo stesso.

Catene alimentari

L'occhio di Ra ci guarda da sempre. Due calorie per centimetro quadrato di
radianti attenzioni. Disperse, riflesse in gran parte, ad uso e consumo
degli spazi siderali, degli anonimi vuoti senza catene. La clorofillata
fissazione vegetale si ostina a trasformare luce in biada e cementate
sicurezze in crepe. Dal basso. Sin dagli strati inferiori si definisce
fototropismo. La meccanica impellenza di melma che protende rami al cielo.
Forse ci si scorda delle radici, ben piantate a resistere ai venti, ma per
semplicità le sotterriamo QUI.
Ruminando cellulosa si annoda carne su carne, marchiata per mantenere
distanze; non si sa mai.
Alla sinistra scamosciate calzature e cinture incerate.
Il grasso consuma bistecche in ristoranti di lusso. Cene di lavoro, spese di
rappresentanza, scaricare il possibile. Comunica, si dice, e accosta il suo
piccolo mondo cellulare all'orecchio stufato, dal bordo della piscina
olimpionica, nella residenza in collina. Affari.
Un piccolo neo si fa rugoso sulla schiena abituata a flettersi al Nuovo
Mercato ed il dio Ra chiude il cerchio col suo pasto a base di melanoma.
Sistema Autoalimentato.

Chiatta

Siamo come i gabbiani dopo il cielo,
vinti, nel letto mio di vele sfatte
dalle ali pesanti, dai richiami
a riportare stanchi i corpi a terra,
corrosi dal bitume, intenti a
pregare sul tappeto di blatte,
muti, appollaiati sui rifiuti,
esausti, spenti, ansanti,
bianchi. Come i gabbiani nel pattume.

Come chi va in picchiata a cose fatte.

A Quoi Bon Dire

Seventeen years ago you said
Something that sounded like Good-bye:
And everybody thinks you are dead
But I.

So I as I grow stiff and cold
To this and that say Good-bye too;
And everybody sees that I am old
But you.

And one fine morning in a sunny lane
Some boy and girl will meet and kiss and swear
That nobody can love their way again
While over there
You will have smiled, and I shall have tossed your hair

Charlotte Mew

Allarme antincendio

Non dirmi che non ti è mai capitato:
ancora son sdraiato sulla schiena,
(il pavimento è solida roccia)
canta la sirena,
sfollo,
e passo le nottate sul selciato,
attendendo l'ipotetico crollo.
A te non scoccia?
(Non ti ha mai bruciato?)

Mare fuori

Non è l'intimo oscillare dell'onda,
lunga,
il suo infrangersi solida agli scogli,
questi miei sfoghi dalle antiche colle,
il sale nero a scavar nei fogli,
è la sua schiuma a consumar di sponda,
è l'aria imprigionata nelle bolle,
l'idea che dalla vita non si espunga.

Questo solo mi consuma.

Ai forti

Cosa rimane fra i torti
in questo mar di ragione,
che nei miei gorghi del nulla affoga
- buio -
dei sogni le mute ragioni,
le folli tempeste del cuore...

Anni 3

venerdì, settembre 3, 2004
Consuntivo delle ultime 48 ore: Umore nero, igiene personale, ritualità informatica, rumore bianco, "Se fai così allontani la gente...", rumore bianco, sidro con amici, problemi senza data in agenda, ore di sonno privo di sogni, allergia, rumore bianco. Nota - Doppio incontro in via anonima a forte affluenza: 1/ragazza giovane con vestito chiaro e leggero a fiori rosa, sguardo azzurro vagamente bovino, odore persistente di sapone di marsiglia, 'come mai il doccia schiuma non è mai riuscito a profumarmi in quel modo?', immagini orsetto di peluche, gattino chiazzato fulvo, cuore di stoffa rosso vivo, 2/ uomo in completo scuro ( simile al mio quando ancora cedevo incontrollato alla forma, documentazione fotografica acclusa ), frescolana, 'da quando la lana è diventata fresca?', scooterone d'ordinanza con caschetto modello jet, occhiali da sole luxottica, auricolare e filo, epidermide color avana lucido, tipo sigaro intinto nell'olio, pensieri, ' il sigaro intinto nell'olio seduto ad un tavolo, ristorante etnico, american express, segretaria d'ordinanza, capelli salepepe spettinati dopo una notte al motel, pancetta e ventre modello sharpei, telegramma di cordoglianze per la morte del cognato del sigaro dattiloscritto dalla segretaria - Partecipe al tuo dolore. Sigaro -, telefonate e riunioni. Rumore bianco, doccia. Citazione, DSM-IV : - Il disturbo ossessivo-compulsivo (D.O.C. oppure O.C.D.), è inserito dal DSM-IV (A.P.A., 1994) sull'asse I, all'interno della categoria dei disturbi d'ansia. Nota conclusiva: Non credo possa considerarsi ossessione una doccia al giorno. Fatte poche telefonate. Letto parecchio. Scritto meno del solito. Rivisti vecchi film. "Se fai così allontani la gente...", forse per questo non riesco a profumare di marsiglia.

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Se il vetro lucido, pur riflettendo i rami secchi e gelati dall'Inverno, lascia seguire il meticoloso adoperarsi degli infermieri, portatori immacolati della staffetta di lunga vita, intenti a tessere un saldo ancoraggio di cateteri ed aghi al corpo sussultante di un Vecchio, inerme preda dell'anagrafica riffa di falci, io indugio nel contare gli istanti ed i colpi, nell'attesa di un gancio al quale appendere parole e carni, memorie e visioni, il senso del continuo ripetere, sperando di assistere al caglio del Punto, ma il cuore ricorda che battere è il solo futuro e la sottile linea cardiografica s'incrina, ostinata di picchi, mentre solo, muto, appoggio gli occhi al cristallo e piango senza saperlo. - MP La morte del periodo - in omaggio a 'In galleria' racconto in 3 periodi di Franz Kafka - Io

Cordialità

A coloro che mi chiedono perché io non riesca, attraverso il solido supporto degli amici, a sopportare il profondo senso di frustrazione e l'assoluta solitudine che mi atterrisce ogni volta che una storia importante finisce o che svaniscono i tenui bagliori dell'ipotesi di una nuova, rispondo che, mentre il sentimento di amicizia incarna per me l'Idea dell'umana solidarietà, la fratellanza e la nobile virtù della compassione, l'amore fra un uomo ed una donna attua quella della fiducia nel protrarsi della vita, in concreto o anche solo in potenza, e della speranza, nell'eventualità che un giorno il mondo possa cambiare e che le cose non siano condannate a rimanere per sempre dannatamente le stesse. E' pur sempre qualcosa per cui vale la pena battersi, al di là degli stereotipi stilnovistici che da sempre vi fanno sorridere. Per questo non riesco a provare conforto. Non me ne vogliate.

Carpe Diem

Alzò una mano flettendo le dita e si chiese, come già le era capitato di fare anche altre volte, come fosse entrata in possesso di quella cosa,quella specie di morsa, di ragno carnoso al suo completo servizio. Che avesse un barlume di vita propria? Piegò un dito e tornò a distenderlo. Il mistero era sigillato nell'attimo prima del movimento, l'istante che separava la quiete dal moto, quando l'intenzione raggiungeva il suo effetto. Era come il frangersi di un'onda. se fosse riuscita a tenersi sulla cresta, pensava, non era escluso che avrebbe scoperto il proprio segreto, quella parte di sé responsabile del fenomeno. Si portò l'indice vicino alla faccia e prese a fissarlo, ordinandogli di muoversi. Il dito restava fermo, perché lei stava solo fingendo, non faceva sul serio, e perché volerlo muovere, o essere sul punto di muoverlo, non era la stessa cosa che muoverlo per davvero. E quando alla fine lo piegò, il gesto parve partire dal dito stesso, non da un punto ignoto della sua mente. - Espiazione - Ian McEwan

Olimpici

Anche per me decreta/ la morte assieme a lui, signore./Fugge ogni onore/dall'uomo che è privato degli amici./Pochi sono i fedeli nel dolore,/a dividere le pene. - L'essenza dei parti gemellari o Affinità e geni - Pindaro

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Nella sua ultima opera, "Prima persona", Giuseppe Pontiggia scrisse alla voce "Grandi scrittori": "I grandi scrittori sono in aumento. Quelli che scarseggiano sono gli scrittori".

Orrore Virtuale

Ma in fondo cos'è l'abiezione, la miseria umana, una volta usciti dal fascio di luce abbacinante sugli "orrori della guerra", se non questo grottesco balletto di gattini, fiorellini, tettine seminude, la fraseologia striminzita dei flirt virtuali, il continuo chiedersi vicendevolmente cazzate, i bacini e gli occhiolini, l'umorismo cabarettistico che tanto piace ai seguaci di Zelig ( il nome la dice lunga ), tutta questa marmaglia da piccola disperazione palpitante?

HR

Dopo una lunga attesa arriva, butta un fascicolo di fogli sulla scrivania e si siede. Mi fissa senza parlare. Sta cercando, anche se in modo un po' troppo teatrale, di intimidirmi. L'attenta riorganizzazione del mio ufficio dal disordine e dalla polvere a questo perfetto e spoglio nitore, la lenta disinvoltura con cui attraversa la stanza, la contenuta insolenza con cui mi fissa, tutto questo ha un senso: non solo farmi capire che è lui che comanda ( e come potrei contestarlo?) ma anche che sa come ci si comporta in un ufficio, sa perfino una nota di funzionale eleganza. Perché mi ritiene degno di tanto sfoggio? Perché, malgrado i miei abiti sporchi e la barba incolta, sono pur sempre uno di una vecchia famiglia, per quanto caduto in basso e spregevolmente degradato? Ha paura forse che gli rida in faccia se non si arma di un certo decoro, scopiazzato, non ne dubito, dall'attenta osservazione degli uffici dei suoi superiori della Terza Divisione? Non mi crederà se gli dico che non importa. Devo stare attento a non sorridere. - Aspettando i barbari - J.M. Coetzee

Rapine

Meditazione da Il Misantropo - Pieter Bruegel - : "Poiché il mondo è così infido / Mi vesto a lutto". In fondo è la sola cosa che volete; prendete la dannata borsa e andatevene.

Si salvi chi può

Meditazione da Mercanti di schiavi che gettano in mare i morti e i moribondi. Tifone in arrivo. La nave negriera. - William Turner - : Non forse noi i moribondi, gli abbandonati agli orrendi mostri dell'intrattenimento nell'agonia? Non forse noi gli abbandonati dalla solida chiglia della Ragione, dall'umana illusione di comprensione e solidità? Che il fragore della tempesta porti lontano le futili risposte, che la forza del vento marziale frantumi il nero a tetto del ponte sigillato, ci riveli al cielo rosso, muto ed imparziale...

Il granduomo

Qualsiasi esempio segua, perde comunque. Perché non ha il talento necessario per mentire, ingannare o trasgredire le regole, così come non ha il talento per divertirsi o comprare vestiti eleganti. Ha talento solo per l'infelicità, per una torbida, onesta infelicità. Se questa città non offre ricompensa alcuna per l'infelicità, che ci sta a fare? - Gioventù - J.M.Coetzee

Cinematografo

Meditazione da New York Movie - Edward Hopper - : Cosa aspettiamo noi, assorte maschere che guardano in basso, a scostare le tende di porpora semiaperte e a salire quella maledetta scala? (rip. 3 volte al giorno)

Rogne

... fosse paura di perdermi nel niente, fosse mammerda e fosse anche cacazzo, non è forse espiazione sufficiente avere sempre addosso questa blatta? Siate felici voi, se vi si stacca. - L'io singolare proprio mio - Patrizia Cavalli

Veglia

... - Oh, Elly verrà, non è vero, Elly? - mi disse Lenny con una strizzatina d'occhio. - Certo che verrò - dissi. Frankie s'era dileguato nella notte, così pensai che mi sarei accodata a Doreen: volevo vedere tutto quel che potevo. Mi piaceva guardare gli altri in situazioni cruciali. Se c'era un incidente stradale o una rissa o un bimbo sotto spirito dentro un boccale di vetro a forma di campana in laboratorio e che mi si offriva la possibilità di vedere, mi fermavo e guardavo con tale intensità da non potere più dimenticare. Certamente in questo modo imparai un mucchio di cose che altrimenti non avrei mai appreso; e anche quando queste cose mi sorprendevano o mi facevano venire la nausea, non mollavo mai e fingevo comunque di aver sempre saputo come le cose erano realmente. - La campana di vetro - Sylvia Plath