domenica 23 dicembre 2007

Estuario

Disseto a questa foce secca
il mio rigagnolo amaro di voce,
il brontolio sepolto sotto il sale
di questa forma lasca,
la dolce agonia del mare fermo a riva.

Quando nei ripetuti sorsi,
frantumati d'aria salmastra,
abbandono ai sedimenti
di ripresa dell'onda
nella rena, mi vince il male
della sete, quel salto verticale,
l'onfalo fluido di vita sorgiva
che a valle non arriva,
ma si annoda alla gola
recisa, muta lecca le labbra,
asciutta lingua dai mille discorsi.

Non resta che sabbia, traccia sinistra
della prassi pluviale,
dei sogni di burrasca,
del destino di sponda.

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